Il ruolo del preparatore per migliorare la comunicazione del giovane portiere
Alcune linee guida per velocizzare il suo processo di apprendimento delle parole e del tono giusto per comunicare al meglio con te, i compagni, i mister e gli addetti ai lavori.
Durante l’allenamento il giovane portiere abitualmente entra in uno stato di concentrazione particolare, tanto da congelare completamente le espressioni del viso e dimenticare di avere una bocca per comunicare.
Quante volte ti trovi di fronte giovani numeri uno che annuiscono con la testa ad ogni tua domanda senza sapere se hanno davvero una voce per risponderti?
Sembra strano ma credimi che succede parecchie volte.
Succede questo perché il giovane portiere non è abituato al confronto con una persona adulta e soprattutto ad esprimere le proprie emozioni con coraggio e fiducia verso chi lo sta ascoltando.
Il mondo là fuori lo educa a rimanere passivo, stare seduto ore e ore su una sedia a scuola e intimorirsi quando c’è una verifica e un’interrogazione, tanto da farlo sentire spesso inadeguato e giudicato.
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Chiaramente, questa abitudine la porta anche tra i pali della porta di calcio, nel momento in cui deve compiere una parata, un’uscita o addirittura la gestione completa della gara richiamando i compagni di squadra con un tono di voce alto.
La cosa interessante è che gli allenatori stessi pensano che di diritto un giovane portiere, dato che ha scelto questo ruolo, durante le partite aiuti la squadra a muoversi nel modo corretto attraverso le sue indicazioni.
Pretendono da lui comunicazione, determinazione e interventi da supereroe.
E se questo non avviene è il primo a scagliarsi contro di lui rimproverandolo, facendolo sentire per l’ennesima volta inadeguato e non del tutto ok.
Di seguito, vanno dal preparatore e gli butta addosso la sua rabbia perché hanno perso la partita per colpa del giovane portiere che non parla, non sa dare indicazioni e pare spaventato in porta.
Come possiamo allora aiutare il giovane portiere a migliorare la sua comunicazione, anche se inizialmente si sente negato?
Il primo passo è COMPRENDERE.
La parte interessante del tuo lavoro da formatore è quello di conoscere la storia del giovane portiere.
Quali sono i suoi trascorsi da numero uno, quale scuola frequenta, come si rapporta con i genitori, come i genitori si rapportano con lui e infine che rapporto ha con i compagni e il mister della squadra attuale.
Pertanto, è opportuno collegare il suo storico alla sua esperienza attuale e poi puoi a grandi linee interpretare quali possono essere i suoi comportamenti quando inizi a lavorare insieme a lui sul campo.
Il secondo passo è DARE FIDUCIA.
Il giovane portiere appena indossa i guanti da numero inizia il suo percorso di formazione.
Chiaramente, l’inizio di un qualcosa di nuovo si traduce in mancanza di fiducia. Questo perché non conosce il proprio corpo, i propri comportamenti e gli stati d’animo.
In più, si aggiunge la possibilità di prendere decisioni per sé stesso e per gli altri.
Se ti fermi davvero a pensare, rileggendo queste due frasi, scopri quanto è complesso il lavoro del giovane portiere appena arriva al campo, lì in mezzo alla porta.
Sembra un gioco da ragazzi per chi lo guarda da fuori, tuttavia è una grande responsabilità guidarlo nel percorso di crescita più formativo possibile per le sue caratteristiche.
Siccome poi, non è ancora sviluppato il pensiero critico nel giovane portiere nei primi anni della sua esperienza è normale vederlo soffrire nel momento in cui subisce un attacco o una critica.
Questo perché prende tutto sul personale. Se commette un errore, si sente inadeguato, si sente non ok.
Devi farlo sentire a proprio agio, comunicandogli che lo giudicherai mai. Al contrario sarà continuamente incoraggiato a fare meglio e dare il massimo per costruire un obiettivo di crescita comune.
Il terzo passo è UTILIZZARE LA VOCE.
Inizia ogni tua esecuzione facendogli chiamare il proprio nome con un tono di voce alto.
Questa azione lo incoraggia a ricevere la palla ed eseguire il gesto con un’energia che nemmeno tu con la tua comunicazione puoi dare.
In questo modo inizia il processo di creazione del senso di responsabilità nel giovane portiere, in quanto è lui in primo luogo a prendere l’iniziativa e di conseguenza il responsabile di come viene effettuato il gesto.
Se avviene nel modo positivo fagli subito i complementi, se invece commette degli errori incoraggialo.
In che modo?
Fai ripetere al giovane portiere quale esecuzione deve eseguire, con le sue parole, con i suoi tempi, e con il suo processo di apprendimento.
Di seguito, fai ripetere il gesto, scoprirai che sarà lui stesso a correggere il movimento e l’intensità.
Il quarto passo è METTERSI NEI PANNI DEL GIOVANE PORTIERE.
Il detto “Parla come mangi” penso sia interpretato nel modo più sbagliato possibile in Italia, perché non sono gli altri che devono capire quello che diciamo ma siamo noi i responsabili della comunicazione.
Cosa voglio dire esattamente?
Se vuoi davvero essere efficace per il tuo numero uno devi utilizzare questo motto: “Parla come mangia il tuo giovane portiere”.
Ovvero, devi comunicare e trasmettere al giovane portiere tutte le informazioni comprensibili per la fascia d’età in cui si trova in questo momento.
In più, sarà compito suo ripetere a voce alta, visualizzare l’esercizio nella sua mente e tradurlo in gesto tecnico sul campo attraverso il tuo supporto.
Quindi, mettersi nei panni del giovane portiere in merito al suo processo di immagazzinamento delle informazioni, fa di te un preparatore sensibile e dedito alla formazione del giovane portiere per le sue reali caratteristiche.
Pertanto, l’azione che ti invito a fare è di adottare questo atteggiamento, questo metodo, anche se può sembrarti lungo da mettere in pratica durante una sessione di allenamento.
Credimi che con il tempo tutto diventerà automatico e saprai veramente tirar fuori il vero potenziale dei tuoi giovani portieri.
Il beneficio che ne avrai tu come preparatore dei giovani portieri sarà quello di diventare una guida sicura per i tuoi giovani numeri uno e sono certo che innalzerai le tue qualità da mister tanto da essere sotto la lente di ingrandimento di diverse società importanti.
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Daniele Rolleri
Il Primo istruttore specializzato nella crescita e nella formazione del giovane portiere